Questo sito utilizza cookie per fornirti servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Per saperne di piu'

Approvo

"PALAZZO OTTELIO"
SEDE DEL CONSERVATORIO “JACOPO TOMADINI”

Palazzo OttelioLe prime notizie intorno all’edificio che oggi ospita il Conservatorio Statale di Musica "Jacopo Tomadini" risalgono alla metà del XVI secolo, e precisamente al 1555, allorché il nobile Andrea Dolfin del Banco, patrizio veneto, fece costruire un ponte di pietre che attraversasse la roggia nei pressi della sua casa, dando alla zona un aspetto quasi veneziano. Il palazzo dunque esisteva già, ed anzi si può presumere che sia stato innalzato proprio intorno al 1550, anche perché di pochi anni più tardi sono importanti lavori di abbellimento e sistemazione. Non si hanno altre notizie fino al 1616 quando lo troviamo abitato da un certo Gio. Martino Bonecco, appartenente ad una famiglia di drappieri che aveva negozio di panni in Mercatovecchio. Nel 1656 però il nipote Alvise Bonecco vendette l’edificio ai nobili Ottelio, che già possedevano terreni adibiti ad orti confinanti con le proprietà del Seminario (a dir la verità c’è una qualche confusione nei documenti, tanto che il della Porta dice che gli Ottelio abitavano qui nel 1616 e che i Bonecco erano semplici affittuari). Quella degli Ottelio era una famiglia che godeva di buon prestigio sia in campo politico che economico; nel 1772 si trovarono direttamente coinvolti nell’opera di ampliamento del Seminario sollecitata dall’arcivescovo Gian Girolamo Gradenigo. Per il "sollievo de’ giovani" e con lo scopo di creare nuovi spazi per la ricreazione, adattandosi alle richieste degli Ottelio che intendevano alienare l’intera proprietà, vennero acquistati gli orti e anche la casa degli Ottelio, che però, essendo troppo lontana, non venne inclusa nell’opera di ampliamento del Seminario e fu data in affitto. Nel 1786, ad esempio, vi si trasferirono i Moroldi, che avevano venduto la loro casa in borgo Grazzano agli Asquini Contrini e che vi rimasero probabilmente sino all’inizio dell’Ottocento. Ma dopo il 1808 anche questo stabile seguì le sorti del Seminario, che, caduto nel completo dominio dei soldati, era stato trasformato in ospedale militare. Per un secolo circa si perdono le notizie del nostro palazzo, ormai divenuto proprietà comunale, che sappiamo adibito a lavanderia militare ed a locale di disinfezione nella prima Guerra Mondiale; contemporaneamente, l’adiacente casetta che dà su vicolo Porta diventa sede dell’Asilo Notturno fondato nel 1894. Nel 1920 l’ex casa Ottelio trovò la sua sistemazione definitiva con la destinazione a sede dell’Istituto Musicale. Nel 1921 si tennero le prime lezioni e nell’anno seguente l’edificio fu adattato alle nuove esigenze. Palazzo Ottelio non ha niente di particolare nella sua cinquecentesca, semplice e leggibile architettura, ma l’inserimento ambientale (la roggia, gli alberi) e la chiara misurabilità delle sue linee lo fanno guardare con simpatia. L’elemento di maggior spicco è la bella trifora serliana con i due fornici laterali architravati e quello centrale ad arco, completata da una balaustra in pietra che, sostenuta da quattro robuste mensole, sembra quasi schiacciare l’austero, semplice portale sottostante. All’interno di buona dimensione è il salone centrale, oggi sala Vivaldi, con una travatura alla Sansovino e vetri piombati alle finestre. I recenti lavori di restauro, conclusi nel 1997, oltre a riportare il palazzo all’antico splendore hanno permesso il recupero di preziosi reperti archeologici, quali pezzi di vasellame in ceramica, vetri rinascimentali e un migliaio di frammenti di mattonelle ingobbiate, graffite e dipinte, databili al XVI secolo.

da E. Bartolini - G. Bergamini - L. Sereni, Raccontare Udine. Vicende di case e palazzi, Udine 1983.